Sono andata a vedere la mostra ‘DAL NULLA AL SOGNO’ presso la fondazione Ferrero ad Alba (CN). Non ero mai stata alla Fondazione Ferrero e devo dire che è sempre sorprendente sapere che esistono realtà gestite ancora a livello “famigliare” che mettono al centro la persona e che investono nella promozione del benessere della persona e della cultura. Le mostre infatti sono gratuite, sono costituite da opere provenienti da importanti musei o da collezioni private e sono curate con dovizia di dettagli.
La mostra in oggetto riguarda le opere degli artisti del MOVIMENTO DADAISTA E SURREALISTA.
DADA, si si, forse gioco, forse pappa, forse NULLA….questo il significato del termine che lo stesso Tristan Tzara, uno dei fondatori del movimento dadaista, ha espresso e cioè che “Dada non significa nulla”.
Interessanti o quantomeno curiose quindi le premesse, uno potrebbe dire.
Se dovessi accompagnare un qualsiasi amico alla mostra, privo di conoscenze artistiche, gli comincerei a buttare lì poche parole, ma secondo me efficaci, per capire il movimento DADA e, più che altro, per entrare nello spirito di questi artisti un po’ visionari che hanno stravolto la concezione comune di arte, creando un cortocircuito notevole.
Parole tipo..
non sense
nulla
provocazione
‘non opere di anti arte’
caso
irrazionalità
nichilismo
Si comincerei da qui, ma la cosa che forse mi è piaciuta di più è che il visitatore in coda sotto la pensilina d’ingresso può già vedere un’anticipazione della mostra guardando il video ‘Entr’acte’ del regista Rene Clair, un film sperimentale del 1924, il film dada per eccellenza, considerato il manifesto del movimento dadaista. Tra gli attori compaiono Picabia, Satie, Man Ray e Duchamp nelle vesti di Rose Selavy, tutti esponenti del movimento. Le immagini mute si susseguono in maniera incalzante tra le musiche di Satie e l’ironia, il ludus e lo sberleffo sono i protagonisti della scena. Questo filmato è davvero molto moderno per l’epoca , con immagini-movimento mai viste fino ad allora ed effetti spettacolari nuovi.
Questo video è un piccolo assaggio di quello che poi si vedrà all’interno degli spazi espositivi.
Trovo che in questo modo si accompagni il visitatore tenendolo un po’ per mano ed introducendolo poco alla volta all’interno di un percorso che, per i non addetti ai lavori, non è semplicissimo.
Infatti, poi, una volta entrati nell’edificio, nella sala auditorium si può assistere ad un filmato che spiega in maniera articolata che cosa è il dadaismo e il surrealismo, il periodo storico, i personaggi e le opere che poi si vedranno in mostra.
Il percorso è stato studiato molto bene, sfruttando i piccoli spazi dell’edificio.
Con il Dada si assiste all’azzeramento dell’arte, le opere che a tutta prima non sembrano opere d’arte, creano quell’effetto straniante che volutamente i dadaisti volevano creare.
Un’opera che mi ha sempre affascinato, ad esempio, è la ‘Boite – en – Valise’ di Marcel Duchamp, una sorta di catalogo in miniatura di tutta la sua opera, una piccola valigia nomade, con opere riproducibili. Da qui la messa in discussione del concetto di originalità dell’opera, del viaggio, della duplicazione delle valigie stesse, la sarcastica messa in discussione del genio artistico e della pomposa esposizione museale a favore di una semplice valigetta da viaggio ironica e un po’ caustica.
Negli anni Venti del Novecento, il dadaismo si evolve nel SURREALISMO. Con le scoperte riguardanti la psicologia ad opera di Freud, si indaga un’altra realtà, quella dell’inconscio.
Da qui le parole che più connotano questo movimento:
sogno
inconscio
psiche
alterazione della realtà
scrittura automatica
enigma
L’opera d’arte, con i surrealisti, propone inquietudini, malesseri, interrogativi dove spesso si assiste ad esercizi di pittura e anti arte in un contesto di rifiuto, anarchia e sovversione. I surrealisti fanno emergere il concetto di inconscio reso fruibile attraverso il sogno. Le immagini quindi spesso sono oniriche, sono simboliche come ad esempio Dali’, presente in mostra, che realizza paesaggi bizzarri, distanti dalla realtà, molto più vicini al sogno.
E’ presente anche il surrealista Magritte che, invece, gioca con gli spostamenti di senso, anche con accostamenti inconsueti, scava sotto la superficie, facendoci osservare un mondo con occhi diversi.
Finalmente ho potuto vedere dal vero, opere, oggetti e immagini da me studiate per anni sui libri e questa cosa mi emoziona sempre un po’.
Per chi avesse voglia, la mostra è aperta fino al 25 febbraio 2019.